Di Sangue, Di Presobenismo e D’Altre Sciocchezze

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C’è del presobenismo stasera nell’aria cosa assai inspiegabile per la sottoscritta anche perché ieri mi sono venute le mestruazioni così, a cazzo di cane, un fulmine a ciel sereno, senza preavviso, una menata di cazzo indicibile eppure non sono per niente nervosa anzi, lo ripeto, c’è del presobenismo, nonostante male al ventre, alle reni, rincoglionimento generale, sinusite cronica; sono entusiasta infatti per diverse situazioni esistenziali che mi si stanno dischiudendo davanti, prima di tutte quella abitativa di cui però al momento non voglio annunciare niente, non tanto per scaramanzia quanto perché quando sarà certa sarà una bomba atomica e basta cazzo ho già detto troppo; comunque, dicevo, sono stata contattata da diverse persone tra le più disparate in questo periodo per collaborazioni, consulti, performance, insomma tante cosine legate alle competenze e ai miei saper fare, e se vi sembra poco cari miei, no dico, se vi sembra poco, allora non capite un cazzo; c’è del fermento anche in ambito teatrale, con diversi progettini in ponte; a Fistoia esco pochissimo, migro sempre verso altri lidi per cene, bevute e soprattutto concerti che mi vado a vedere parecchio volentieri, spesso anche da sola e non so se volete mettere la bellezza e la comodità di uscire andare nei posti e non conoscere nessuno, nel migliore dei casi fai nuove amicizie, nel peggiore non sei obbligato a interagire con nessuno che poi diciamocelo, guardare un concerto è un po’ come andare al cinema, nelle pause e alla fine forse ti annoi un po’ ma durante essere soli secondo me è il massimo della perfezione, per me poi, l’antisociale incarnata e incallita per eccellenza; la cosa bella tra l’altro è che sto scoprendo un sacco di musica, soprattutto indipendente e ciò è meraviglioso. Ecco, mi sembra che tante cose stiano andando come devono andare, e voi vi chiederete che cazzo ci sia di speciale in tutto ciò da doverci addirittura scrivere sopra, ma ecco ho diverse ragioni e adesso andrò ad illustrarvele perché mi paiono tutte assai importanti. Anzitutto il fatto che venivo da settimane veramente di merda, ma credetemi, una concentrazione di sfiga (anche se non credo al concetto di sfiga) da non capacitarsene, e addirittura avevo iniziato a scrivere un pezzo una sera bloccata in superstrada da un incidente, un pezzo su quanto fossi giù, triste, depressa, arrabbiata, frustrata, stanca di patire e basta, ma poi alla fine la fila ripartì e io non scrissi più niente e nemmeno dopo son riuscita a farlo, fatto questo assai strano, e qui sta l’altra motivazione, poiché io ho sempre creduto che per scrivere, cioè per farmi scattare la molla dell’ispirazione e del flusso creativo, condizione imprescindibile fosse quella della sofferenza, parecchia sofferenza, e invece nelle scorse settimane non sono riuscita a scrivere pressoché niente e invece stasera, sull’onda del presobenismo lo sto facendo di getto e d’entusiasmo, minchia chi lo avrebbe mai detto. E soprattutto perché devo celebrare questa cosa, gioire e godere delle cose belle che mi capitano perché lo sapete, io son quella del MAI UNA GIOIA sempre in agguato, perché la vita è uno schifo, si è un vero schifo, posso ben dirlo, anzi potrei ulularlo alla luna piena precipitante dentro le nere bocche dell’orizzonte, e perciò quando ti accade qualcosa di positivo bisogna riceverlo con grande entusiasmo, che tanto si sa, non dura, non dura mai niente su questo cazzo di pianeta, e non so tutta questa positività improvvisa destabilizza anche me stessa, mi disorienta alquanto, ma che volete, stasera son presa così e vi giuro non ho preso nessuna droga, sopportatemi, tanto anche questo presobenismo non dura, non temete. E alla fine forse proprio qui sta il bello dell’esistenza, oddio no, forse “IL BELLO DELL’ESISTENZA” è un’espressione terrificante, odiosa a dir poco quasi quanto ANGELI DEL FANGO, diciamo piuttosto l’aspetto movimentato e dinamico, l’alternanza di sofferenze e gioie, entusiasmi e dolori (CHIUNQUE TU SIA, ESCI DA QUESTO CORPO SUBITO!) che decisamente allenta la monotonia, la noia disgregante che ti riduce come corpo morto che cade. Ma ripeto, non c’è da disperarsi, mi passa al sicuro, scritto in cielo. Come l’altro giorno quando mi svegliai e avevo voglia di innamorarmi, ecco tranquilli, una cosa che mi passò in serata, un paio di birre, un po’ di metal mixato con vecchie canzoni retrò e patriottiche  e dell’ottimo thc, la ricetta per far passare qualsiasi sentimentalismo nell’aere, e infatti ad esempio stanotte ho sognato l’ebola, sarà che mi dovevo tatuare il dottore della peste oggi, avrò fatto l’associazione di idee, non so, tanto per non dormire mai sogni tranquilli perché ecco mi saliva una leggera ansia in quel sogno, del resto si sa, l’ebola è la nuova aiz e quindi va bene il presobenismo ma pur sempre con dei limiti strutturali, insomma conserviamo l’hype dell’ansia deep inside us. Detto questo vorrei passare così ad alcuni ringraziamenti contingenti in ordine sparso:

A Luca che forse renderà possibile un miracolo, a Monica che mi vuole nel suo locale a declamare, a Gianluca che mi vuole per i testi, a Svart che mi voleva a leggere Proust alle sue bambine, a Linda che è l’amore immenso della mia vita, alla mia mamma, a Gigi che oggi mi ha fatto l’ennesimo tatuaggio stupendo, a chi mi manda foto di gag sul nazismo e bestemmie, a chi tutte le mattine mi scrive un buongiorno signorì, a Giada che mancano 164 giorni alla fine, a Jacopo e al suo cervello maschile che forse un giorno mi parlerà con delle parole vere, a Luca e ai suoi gianduiotti, a Marco per tutte le volte che mi da buca a ogni cena che si fissa, a Daniele e i nostri caffé, a Lulù per esistere e amarmi smisuratamente sopra ogni cosa e a Francesco perché la nostra chiaccherata di stasera mi ha ispirato a scrivere questo.

NOIA MORALE

aco_jesus

Seguo una dieta rigida a base di hardcore e letteratura francese, del resto sono giorni in cui mi rimane poco altro spazio e tempo per differenti attività che non siano autismo, ansia da cartellino, raccolta di matasse di pelo dal pavimento anche tre volte al giorno, il tutto sostentato da copiosissime dosi di caffeina e vodka nel fine settimana, ah la vodka, da sempre una delle mie migliori amiche, non trovate che sia meravigliosa la vodka? A volte ha la forma di braccia che ti stringono raccogliendoti da terra, braccia innalzanti verso un orizzonte chiamato bellezza, più spesso quella di un mostro bicefalo dotato della consona distanza per sbranarsi vicendevolmente mentre la mia testolina ubriaca si trova proprio nel mezzo, al centro perfetto di questo distico alcolico e del suo sincronico latrare dilatato tra le orecchie. L’immaginazione si accende, fibrilla, avvampa come una nuvola rossa bagnata di stille, l’immaginazione prepotente s’incurva sfidando serigrafie e calembour che posto sull’internet sperando di prendere molti like, perché questo è quello che sperano tutti nell’epoca abietta del 2.0, come se i like potessero salvarti dalla noia in cui sei immersa, come se fossero un mix letale di acqua santa e Lexotan da sorseggiare immersa in una vasca d’acqua solforosa bollente guardando il tramonto tinteggiare d’arancio e rosa fluo il cielo sopra il Chianti. La noia si, la noia è soprattutto quello che avverto, e come potrai mai annoiarti divisa così tra capacità mnemoniche teatrali da allenare e Quiz Aspie da compilare per capire quanto in realtà il mio lavoro mi doni decisamente a pennello? Mi sembra già di sentire qualcuno avanzare tale quesito cretino. Eh si però, purtroppo mi annoio, le persone mi annoiano, le donne sono quelle che mi annoiano più di tutti, vorrei avere un cervello maschile e forse in buona parte già lo posseggo ma non abbastanza, dio quanto è affascinante la teoria del cervello prevalentemente maschile, non la conoscete? Andatevela a leggere, cristo non posso starvi a raccontare qua tutto io. Vorrei essere un maschio, dicevo, e questo già lo sappiamo largamente, ma insomma mi potrei anche ampiamente accontentare della compagnia maschile, la compagnia maschile è eccezionale, non ci si annoia quasi mai, e io sono fondamentalmente un’invidiosa e questa è una caratteristica precipua del sesso sciagurato a cui purtroppo appartengo e dunque per questo circolo vizioso e viziato mi odio ma non potrei essere altrimenti che invidiosa di qualcosa che bramo così tanto ma che sfortunatamente non sarò mai. La mia vita scorrerà sempre così strappata, del resto amo un uomo che non potrò mai più avere e solo ora che lo scrivo mi rendo conto di quanto gli uomini che non potrò mai più avere in realtà siano due, non uno soltanto come scioccamente pensavo fino a cinque secondi fa. Ci ho fatto il callo allo squartamento, all’inconveniente di esser nata come direbbe il caro Emilé, alla tensione perenne e perpetua che mi provoca il non-essere, è forse per questo che sono così annoiata, avrei dovuto non abituarmi mai a questa condizione, avrei dovuto essere sempre prolificamente lacerata; la noia non è una condizione contingente, legata all’assenza di accadimenti, alla ripetizione quasi stereotipata di gesti, consuetudini e routine di per sé anche rassicuranti, la noia è la condizione esistenziale di un organismo costretto in continuazione a vivere la contraddizione dell’essere al mondo e pur non aderendovi dovervicisi per forza abituare. La noia è l’idea di rivoluzione allo stato larvale a cui manca il compimento dell’azione, scagliare una molotov ad esempio. E quindi si, tutto mi annoia, questa casa mi annoia, la sveglia mi annoia, timbrare il maledetto cazzo di cartellino mi annoia, attraversare giornate quasi incoscienti nella ripetizione di gesti fino ad arrivare quasi senza accorgersene a sera mi annoia, gli esseri umani mi annoiano, la maggior parte di loro sicuramente, le donne mi annoiano più di tutti, i loro discorsi sciocchi e banali, e in quanto ai loro discorsi seri, figuriamoci, mi annoiano ancora di più. Le ricorrenze mi annoiano, la tv, internet, i locali, le stagioni, i rapporti umani, tutto. Tutto di un’assoluta noia mortale. E sono così tanto annoiata che è difficile anche scrivere qualcosa che non procuri TE DI OOO domenicale quanta droga consumare, ecco quindi che la letteratura francese, per me la sola, vera, autentica letteratura possibile e la musica del demonio, tanto rock e al solito pochissimo roll, mi vengono in aiuto riempiendo interstizi di spazio e tempo che rubo scaltra all’autismo, al timbrare il cazzo di cartellino e al raccogliere matasse di pelo dal pavimento anche fino a tre volte il giorno, tutti i giorni.

E come al solito sono arrivata in fondo e non so mai come terminare, penso sempre che mi dovrebbe venire in mente un’idea geniale che puntualmente non mi viene mai e così quando finisco di scrivere sono frustrata perché il finale è la parte più importante, fateci caso, è quasi sempre quella che rimane maggiormente impressa e io tutte le volte sento che calo, che vado sui fiati, che tronco lì a caso perché mi manca sempre l’idea geniale con cui terminare e sapete cosa? Mi sa che questo post non farà eccezione.